Visita ispettiva agli ospedali molisani
La proposta di Giustini è l’allestimento di un ospedale Covid 19 a Larino, dove è funzionante attualmente la Casa della Salute/Ospedale di Comunità
di Franco Novelli
16 aprile 2021
L’ex commissario ad acta della sanità molisana, generale della Guardia di Finanza, Giustini, il 14 gennaio 2021 invia la nota nr. 5.727 all’ex Commissario straordinario per l’emergenza Covid 19, dott. Arcuri, chiedendogli il sostegno alla sanità molisana in questo frangente emergenziale, sia per quanto attiene all’ attuazione del piano regionale di riorganizzazione della spesa ospedaliera e sia per quanto riguarda la predisposizione di posti aggiuntivi di terapia intensiva e semi-intensiva. La proposta di Giustini è l’allestimento di un ospedale Covid 19 a Larino, dove è funzionante allo stato attuale la Casa della Salute/Ospedale di Comunità. L’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid 19, Arcuri, ribadisce l’indicazione operativa del governo nazionale e della regione Molise relativa alla previsione del Cardarelli di Cb quale Hub regionale Covid 19 o, in alternativa, il trasferimento di tutti i pazienti Covid, qui ricoverati, negli ospedali Spoke di Termoli e di Isernia. In questa lettera il commissario straordinario ribadisce la volontà del Governo, nonché di quello regionale, su esplicita richiesta del presidente della Giunta regionale, dott. Toma, e delle figure apicali della sanità molisana, di puntare per il Covid 19 sull’ ospedale Cardarelli di Cb e sui due citati Spoke. Nel frattempo, il gen. Giustini chiede ad Arcuri un’ispezione negli ospedali molisani, in primis al Cardarelli per l’improvvisa impennata, qui, dei contagi da Covid 19: infatti, più di 30 persone, fra ricoverati e personale sanitario, erano risultate positive al Covid. Intanto, l’ex commissario Giustini è indagato dalla Procura di Campobasso per “omissione deliberata e ripetuta di atti del suo ufficio” e per “abuso di potere”.
Dopo queste precisazioni di metodo, facciamo qualche riflessione su quanto è emerso dalla visita ispettiva ordinaria urgente, che si è volta il 27/28 febbraio scorso presso gli ospedali dell’Asrem, il Cardarelli di Cb, il San Timoteo di Termoli, il Veneziale di Isernia, e La Casa della Salute/ Ospedale di Comunità di Larino. La relazione degli ispettori ministeriali appare subito drammaticamente critica, perché fotografa la condizione nella quale versa la sanità pubblica molisana, oggi, in tempo di Covid 19, in cui praticamente si sono arrestate quasi tutte le prestazioni sanitarie di routine, in gran parte anche quelle ambulatoriali, per dare spazio all’emergenza pandemica, che, comunque, mette in risalto l’ impossibilità del sistema sanitario regionale di dare ragionevole cura e necessaria assistenza a quanti, sorpresi dal Covid 19, versano in disperate condizioni di salute. Il sistema chiaramente non ha retto a causa dei tagli assurdi ed infausti negli ultimi venti anni a danno della sanità pubblica, per la mancanza del personale medico e infermieristico, per le carenti strutture che dovrebbero dare confortevole assistenza ai malati del Covid. Non ci soffermiamo sulle penose condizioni attuali della sanità molisana, perché queste sono state ampiamente delineate dai forum, dai movimenti spontanei sorti a difesa della sanità regionale, da semplici cittadine/i responsabili e partecipi della polis tanto sui giornali e sulle Tv regionali, pubbliche e private, quanto, da sempre, sulle pagine de la fonte. Nella relazione ispettiva troviamo esplicitata, in oggetto, la motivazione della venuta degli ispettori ministeriali: visita ispettiva ordinaria urgente. Ma già dall’inizio del secondo capoverso della relazione appare un rilevante e consistente equivoco; “audit a carattere ispettivo” e cioè una commistione tra i sintagmi “ispezione” e “audit”. Infatti, una cosa è “audit”, altra è “ispezione”. “Audit” ha diversi significati, come “controllo”, “verifica”, “revisio- ne”e in to audit quality “verifica della qualità”; mentre i sintagmi “ispezione” – “ispezionare” equivalgono a “un attento esame di qualche cosa a scopo di controllo, acché non vi sia nulla di irregolare”. Ora quello che emerge dalla lettura della relazione ispettiva è che non si faccia alcun cenno alle particolari e specifiche responsabilità degli addetti ai lavori, come, per esempio, in riferimento alle condizioni, a dir poco disorganiche e precarie, dei blocchi operatori dell’ospedale Spoke di Isernia: “Si chiede cortese riscontro alla Regione Molise delle azioni di miglioramento implementate e della relativa tempistica”. Questa è la conclusione, pilatesca!, per la quale appare quanto meno molto arduo addebitare le responsabilità a chicchessia, visto che vige la formula delle scatole cinesi! Non si fa alcun cenno alla tipologia delle “non conformità” delle condizioni diseguali ed improprie delle strutture ospedaliere. Infatti, sappiamo che le “non conformità” possono variare da “gravi” (mancata applicazione di dispositivi normativi o procedure che possono influenzare in maniera rilevante le problematiche igienico/sanitarie e compromettere la salute) a “lievi” (irregolarità facilmente sanabili che non hanno influenze dirette su condizioni igienico/sanitarie e sulla salute) per giungere alle semplici “racco- mandazioni” (che concorrono semplicemente a migliorare la gestione dei presidi ospedalieri), alle quali abbiamo fatto cenno, nel momento in cui poco sopra abbiamo riferito del “Si chiede cortese riscontro alla Regione Molise”. Questa linea soft, (che non detta precise e vincolanti prescrizioni per le gravi non conformità rilevate), quasi di rispettoso ossequio nei confronti di quanti ricoprono i ruoli apicali dell’Asrem Molise, lo verifichiamo da subito nel paragrafo iniziale delle “Considerazioni”, quando gli ispettori accennano ai percorsi ospedalieri del Cardarelli di Cb, che “disciplinati da istruzioni operative e supporti tecnologici dovrebbero rendere sicura la permanenza e il trasporto dei pazienti”.
Ma “dovrebbero” o “debbono”? C’è una profonda differenza fra il modo verbale condizionale e quello indicativo, perché una cosa è il concetto della eventualità, della possibilità di fare qualcosa di immediato, ed altra è la concretezza fattuale dell’agire, del fare. Il condizionale, infatti, implica la possibilità che si concreti un’azione, che non è detto che venga attuata nella realtà. Quando si fa una visita ispettiva, il condizionale non deve mai essere usato.
Il termine “condizione” indica una clausola, una restrizione, una limitazione, quando, invece, nella sanità molisana, oltre all’ indicativo, dovrebbe esserci anche l’imperativo categorico kantiano! Questo non è altro che il classico “scarica barile” delle responsabilità dal quale emerge in tutta la sua drammaticità la disfunzione del sistema sanitario regionale, nel quale prevalgono chiaramente gli interessi di quella privata a danno di quella pubblica. E questa è la narrazione pietosa, triste, delle condizioni attuali della sanità molisana. Ci conforta la constatazione che segmenti ampi della società civile regionale abbiano preso coscienza dello sfascio nel quale le ultime generazioni di amministratori hanno fatto piombare la sanità, perché quei segmenti della società civile da molti anni sanno bene di chi sia la responsabilità del processo di privatizzazione; di quello della aziendalizzazione della sanità pubblica regionale; di chi abbia modificato radicalmente lo status giuridico dei primari ospedalieri, che fino a qualche anno fa svolgevano la loro professione, trasmettendo le proprie competenze agli aiuti e agli assistenti, laddove invece oggi sono “direttori” di UOC, ovvero operatori di governance, cioè con competenze non solo professionali ma anche gestionali e, pertanto, sottoposti a valutazione (alla scadenza dell’ incarico) da parte del collegio tecnico e/o del nucleo di valutazione. E che dire, inoltre, della colpevole assenza dei concorsi ospedalieri, che non si espletano da 15/20 anni? E quali rilievi dovremmo promuovere sui facenti funzioni che sono oberati di responsabilità senza che vengano regolarizzate contrattualmente le loro competenze? E che dire delle quote abnormi relative al finanziamento alla sanità privata, in prima fila alla Neuromed di Pozzilli e al Gemelli di Cb?
Questi nodi saranno sciolti? La palingenesi della Storia dipende unicamente da noi, società civile. Dobbiamo essere capaci di capovolgere lo stato attuale delle cose, ripristinando la legalità e tornando nelle piazze a urlare la nostra rabbia, espressione della totale disistima nei confronti di questo ceto politico, tutto quanto nel suo insieme.
di Franco Novelli (da lafonte.tv)