Le donne dell’internamento
Vittime di delazione oppure Donne del Fascio? Nel corso del 1940 oltre 600 italiani furono detenuti dal governo canadese nell’interesse della sicurezza nazionale basandosi sul “War Measures Act” e “The Defense of Canada Regulations”*
di Avv. Margherita M. Morsella
30 aprile 2021
Nel corso del 1940 oltre 600 italiani furono detenuti dal governo canadese nell’interesse della sicurezza nazionale basandosi sul “War Measures Act” e “The Defense of Canada Regulations”. Queste misure permisero di sospendere l’habeas corpus (diritto dell’arrestato di conoscere la causa del suo arresto, avere un avvocato ed evitare una detenzione senza concreti elementi di accusa), di revocare diritti fondamentali, di sequestrare proprietà e di arrestare quelli sospettati di essere una minaccia per la sicurezza del Canada. All’epoca oltre 31.000 Canadesi di origine italiana su 150.000 furono designati come “enemy aliens”. Tra essi oltre 600 (60% dal Quebec, 30% dall’Ontario, l’altro 10% da altri luoghi) furono arrestati e detenuti in maggioranza nel campo di Petawawa per gli uomini e nel Penitenziario Femminile di Kingston per le donne. **
Ma chi erano le donne dell’internamento? Fin qui si è parlato poco della loro presenza e del loro ruolo e pochi sono gli studi che se ne occupano. Mi sono interessata al tema soprattutto quando ho visto l’opera dell’artista Faustina Billotta all’esposizione Montréal à l’Italienne. In effetti l’artista ha composto un’opera, “Le Scuse Dimenticate” con l’elenco degli internati e in basso al pannello centrale della sua opera ed in carattere molto minuto i nomi di tredici donne. Forse in futuro realizzerà un’opera d’arte apposita su di esse oppure su Maria Pressello in particolare. In effetti, non furono tredici donne ad essere internate ma solamente quattro le detenute al Penitenziario femminile, “Internment Quarters” di Kingston nell’Ontario. Le quattro donne furono Maria Egida Fontanella (Toronto), Luisa Guagneli (Niagara Falls), Verna Lo Bosco (Welland) e Maria Pressello (Windsor). Maria Egidia Fontanella e Verna Lo Bosco erano nubili. Tutte avevano un loro parente internato. Solo tre erano attivamente implicate nel Fascio Femminile del territorio di residenza.
Tra esse Maria Pressello, casalinga e vedova di 53 anni, denunciata da un vicino di casa, fu detenuta dal 14 Giugno 1940 al 14 Giugno 1941 senza che ci fosse alcuna prova di una sua appartenenza al Fascio Femminile né che avesse mai fatto dichiarazioni pro-fasciste. Chiese di non essere reclusa con le altre internate, incluse le italiane, e fu quella che rimase più a lungo nel penitenziario nonostante avesse dichiarato la sua assoluta estraneità alle accuse. Chi prese cura dei suoi figli? Cosa successe ai suoi beni? Come si organizzò dopo il rilascio? Esistono ancora i suoi discendenti? Sono tutte domande che meriterebbero le scuse per il suo internamento e per il lungo oblio nelle ricerche e nella narrazione storica su questi eventi.
Dieci altre donne furono fermate, interrogate dal RCMP, ammonite, ma poi rilasciate. Erano: Francesca Olivieri (Hamilton), Etelvina Frediani, Filomena Riccio, Maria Spaziani, di Toronto, Rosa Spinelli (Lachine), Dr. Laura D’Anna (che diventò informatrice per la RCMP), Giuseppina Di Ioia, Carmela Frascarelli, Fosca Guibilei, Antonietta Mancuso, quest’ultime di Montreal.
IL FASCIO FEMMINILE
In Italia ed altrove le Donne del Fascio Femminile erano responsabili dell’insegnamento della lingua italiana e della promozione dell’ideologia fascista, responsabili della raccolta fondi, divulgatrici della letteratura del partito fascista, confezionatrici delle uniformi del partito, distributrici di quanto raccolto a giovani, poveri, anziani o infermi.
A Montreal, Quebec, Canada c’erano sei logge del Fascio Femminile e le donne potevano anche far parte del Dopolavoro e dell’Ordine dei Figli D’Italia. Nella città di Toronto oltre 200 donne erano membri del Dopolavoro Femminile, assistevano le donne in gravidanza, aiutavano nelle scuole e raccoglievano fondi per la Casa D’Italia.
Il governo canadese annunciò che avrebbero internato solamente le dirigenti del Fascio Femminile; nel 1939 la RCMP precisò che non avrebbero internato le donne aderenti all’Ordine dei Figli d’Italia e ad altre organizzazioni se tuttavia non fossero membri del Fascio Femminile. In tutto il Canada ventuno donne furono arrestate e internate: dodici tedesche, una austriaca, tre belghe, quattro italiane, una canadese. Delle quattro di origine italiana, una era nata in Canada, due erano residenti a lungo termine, una senza cittadinanza determinata.
Tra le dieci donne fermate, interrogate, avvisate e rilasciate, molte erano dirigenti del Fascio Femminile, ma non furono internate come tali. In particolare Mancuso era considerata una delle più attive del Fascio Femminile di Montreal; Spinelli era la fiduciaria del Fascio Femminile di Lachine, molto impegnata nella divulgazione della propaganda fascista; Frascarelli risultava molto occupata nella realizzazione della causa fascista, assumendo posti di dirigente nel Fascio Femminile di Montreal come fiduciaria dal 1936, nell’Ordine dei Figli d’Italia; era anche la «Venerabile« della loggia Anita Garibaldi mentre gli agenti segreti 203 e 17 riferirono che era senz’altro una sostenitrice del Fascismo; Giubilei era molto attiva nel Fascio Femminile di cui fu la fiduciaria per Ville-Emard oltre che esserlo nel Fronte Morale Italiano; tra l’altro gli agenti segreti 203 e 17 riportarono le sue attività e raccomandarono il suo internamento, ma la RCMP non agì di conseguenza e dunque rimase in libertà. La dott ssa D’Anna, organizzò il Fascio Femminile di Montreal nel 1934, fu Fiduciaria di quattro sezioni del Fascio Femminile. Molto attiva con l’Ordine dei Figli d’Italia e col Dopolavoro, membro del Fronte Morale Italiano. Dal dicembre 1940 al Maggio 1941 fu agente informatore per la RCMP per aiutare a far liberare suo marito, Dottor Antonio D’Anna. Le altre venivano dall’Ontario ed erano anch’esse molto implicate nella direzione dei vari Fasci Femminili eppure non furono internate.
Secondo i limitati studi sulla questione diversi fattori influenzarono i criteri di scelta sull’internamento. Sembra che le donne siano state internate a caso per motivi politici, morali o etnici senza che in realtà rappresentassero davvero un pericolo di sicurezza per lo stato canadese.
Nel 1990 il primo Ministro Mulroney si scusò dell’internamento degli italiani durante una riunione a Toronto del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi. Nel 2009 il parlamentare Massimo Pacetti, presentò un progetto di legge per far riconoscere l’ingiustizia verso gli italiani sull’internamento e per richiedere risarcimenti (2.5Milioni); la sua iniziativa fu accettata dalla House of Commons nel 2010 ma bocciata dagli altri enti dello stato. I Giapponesi, senza numerose associazioni né parlamentari di origine Giapponese, ottennero nel 1988 un risarcimento di oltre 300 milioni: 21,000$ per ciascuno dei 13,000 individui ancora viventi, 12 milioni $ per la comunità giapponese e 24 milioni per creare una fondazione canadese per le relazioni basate sulla razza.
Il primo ministro Justin Trudeau ha annunciato che il governo canadese, sulla questione dell’internamento degli Italiani in Canada, presenterà le scuse formali in parlamento nel mese di maggio 2021 senza precisione sulla data. Le scuse dimenticate arriveranno durante il tempo della pandemia mentre le organizzazioni della nostra comunità discutono tra di loro su chi gestirà i fondi del risarcimento, se ci sarà, e come saranno utilizzati. I notabili dibattono tra di loro perché ciascuno reclama riconoscenza individuale per il Dossier sull’internamento avendo sprecato dal 1990 oltre trent’anni a far riconoscere i diritti calpestati delle vere vittime dell’internamento.
*L’Articolo sarà pubblicato il 6 maggio sul Corriere Italiano di Montreal
**Per ciò che riguarda le statistiche ed altri dati storici ho consultato e citato le seguenti fonti:
From Indifference to Internment: An Examination of RCMP responses to Nazism and Fascism in Canada from 1934 to 1941 autrice Michelle McBride tesi di laura al Masters al Dipartmento di Storia, Memorial University of Newfoundland, Maggio 1997; pagine 231 & ss. Enemies With in: Italian & other Internees in Canada & Abroad, autori Franca Iacovetta, Roberto Perrin, Angelo Principe University Press of Toronto 2000; The Curious case of Female Internees, Michelle McBride; pagine 148-170; Memories of WWII Italian Canadians as Enemy Aliens, Female Internees.
(Foto: Maschera Simultanea 1939 dell’artista futurista Regina Cassolo Bracch)
di Avv. Margherita M. Morsella