• 14 Giugno 2021

Il paesaggio (e non solo) come bene in comune

Importanti alcuni accadimenti avvenuti nei giorni scorsi

di Katya Madio (da vociperlaterra.it)

14 giugno 2021

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Il primo accadimento è la nascita (finalmente) di una coalizione ambientalista denominata, “Coalizione Art. 9 per salvare il paesaggio”, composta da ben 21 associazioni (Altura, Amici della Terra, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Assotuscania, CNP, Comitato per la Bellezza, ENPA, Italia Nostra, LIPU, Wilderness Italia, Movimento Azzurro, Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, Pro Natura, Rete della Resistenza sui Crinali, Mountain Wilderness Italia, Forum Nazionale Salviamo Il Paesaggio, Gruppo d’Intervento Giuridico, Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, Respiro Verde Legalberi, No eolico selvaggio), nata sulla spinta del messaggio lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha così declamato “gli insulti al paesaggio e alla natura, il loro abbandono, oltre a rappresentare un affronto all’intelligenza, sono un attacco alla nostra identità…”.

Il secondo è il Focus intitolato “NO ALL’EOLICO SELVAGGIO” andato in onda su questi canali, in cui varie realtà ambientaliste hanno potuto far emergere le varie problematiche legate all’eolico selvaggio ma anche all’agrifotovoltaico e che ha lanciato l’adesione, della Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare alla Manifestazione – Presidio tenutasi ieri mattina dinanzi a Montecitorio organizzata dalla “Coalizione Art. 9 per salvare il paesaggio” di cui detto. 

Ma cos’è il paesaggio?

Secondo la Convezione Europea del Paesaggio, il termine “Paesaggio” «designa una determinata parte di territorio, cosi come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni» e tale Convenzione «si applica a tutto il territorio delle Parti e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiane sia i paesaggi degradati.»

Mentre, secondo l’art. 131 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, quest’ultimo, è da intendersi «il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni.» non solo ma, continua, l’articolo, nei successivi commi, dispone che «Il presente Codice tutela il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali» (2° co.), «La tutela del paesaggio, ai fini del presente Codice, è volta a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali che esso esprime» (4° co.), «La valorizzazione del paesaggio concorre a promuovere lo sviluppo della cultura. A tale fine le amministrazioni pubbliche promuovono e sostengono, per quanto di rispettiva competenza, apposite attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e fruizione del paesaggio nonché, ove possibile, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati. La valorizzazione è attuata nel rispetto delle esigenze della tutela» (5° co.).

Quindi, dalla descrizione normativa emergono con forza il senso di identità, le varie tipologie di paesaggio, urbano, rurale, naturale, quello legato alla vita quotidiana e persino quello degradato. Emerge con forza il suo valore culturale e di fruizione del paesaggio stesso e quindi della tutela che è necessaria e viene prima della valorizzazione.

Ma tutto questo urta con la volontà politica di assecondare la voracità di impiantare pale eoliche e/o impianti fotovoltaici in modo dissennato, con denari pubblici, e senza tener conto delle popolazioni, delle tradizioni locali e del valore estetico del paesaggio, che è anche VALORE DI ESISTENZA e di DIRITTO DI VIVERE.

È vero che per la nostra Costituzione, all’art. 41, «L’iniziativa economica privata è libera.» ma è anche vero che per lo stesso articolo, essa, «Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». Quindi, si può senz’altro affermare che l’installazione di questi impianti non solo è inopportuna ma soprattutto è illegittima, sia perché NON vi è ALCUNA UTILITA’ SOCIALE né con l’eolico né con l’agrifotovoltaico poiché essi non sono coerenti e non si integrano con il PAESAGGIO e con i VALORI CULTURALI, e sia perché RECANO DANNO alla SICUREZZA, ALLA LIBERTA’ E ALLA DIGNITA’ UMANA.

Sicurezza, oggi declinabile in vario modo: sul lavoro, ma anche ambientale, alimentare, pubblica, ecc.; la libertà, da intendersi nelle sue diverse forme: personale, religiosa, sindacale, contrattuale, ecc.; dignità umana da intendersi come rispetto, valore paritario in tutti i rapporti riferibili ai cittadini. Il concetto di dignità deve essere letto non soltanto in chiave di eguaglianza formale, ma anche in chiave di eguaglianza sostanziale, nel senso che l’affermazione in ambito sociale della dignità umana implica che i pubblici poteri si adoperino per garantire il pieno rispetto e il pieno sviluppo della persona, proprio in quanto portatrice di dignità.

Pertanto possiamo affermare che il PAESAGGIO è BENE COMUNE TRA I BENI COMUNI ED E’ BENE IN COMUNE, questo naturalmente non vale solo per il paesaggio, ma può essere trasposto per quanto riguarda il CLIMA, per l’ACQUA, per l’ARIA, per il CIBO, per i FIUMI, per i BOSCHI e le FORESTE, per i GHIACCIAI, per il PATRIMONIO CULTURALE, per i SEMI, per i TERRENI AGRICOLI, per la TRANSUMANZA, ecc.

Il PAESAGGIO, inteso come «COME VOLTO UMANO DELLA NATURA», come disse Renato Bazzoni, nel 1968, può essere LUOGO DI CITTADINANZA, in cui il POPOLO SOVRANO SI RIAPPROPIA DELL’IDENTITA’ E DEL VIVERE IL PROPRIO TERRITORIO.

Luogo sul quale costruire alleanze tra le rivendicazioni ambientaliste e quelle che vivono il territorio extraurbano, quindi collinare, montuoso, agricolo ovvero i cittadini dei borghi, gli agricoltori, i pastori, i pescatori. Cittadini che spesso vengono considerati, come si suol dire, di “serie B”. Poiché è evidente che l’onnipotenza del mercato che sottomette lo Stato e, addirittura, le sue norme costituzionali e che infrange l’identità delle comunità dei cittadini ha bisogno di un contraltare forte, sinergico, coeso e determinato. E QUESTO CONTROALTARE è IL POPOLO CHE SI FA DIFENSORE DELLA DEMOCRAZIA.

Concludo con le parole di uno dei più importanti intellettuali ed attivisti visionari italiani del 1900 e di cui cade quest’anno il centenario della sua nascita, e cioè ANTONIO CEDERNA, le sue sono parole del 1967, e sono quanto mai attuali: «LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA E IL RISPETTO DELLE SUE LEGGI NON E’ UTOPIA DI POCHI ILLUSI, MA IL FONDAMENTO STESSO DEL PROGRESSO, LA CONDIZIONE INDISPENSABILE PER UN ORDINATO E CIVILE ASSETTO DEL TERRITORIO»

di Katya Madio (da vociperlaterra.it)

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