Romanic@mente a Limosano
La voce delle pietre
di Maria Carmela Mugnano
15 giugno 2021
La partecipazione alla tappa di Limosano del progetto Romanic@mente, importante volano turistico e culturale di alcune Chiese romaniche di località limitrofe a Campobasso, ivi comprese due Chiese del Capoluogo stesso, ci porta a scoprire l’antico borgo di questo paese arroccato su una collina tufacea, e rende la visita un’esperienza emblematica per quanti amano i territori della nostra Regione e vorrebbero vederli valorizzati.
In questo borgo, in un tranquillo pomeriggio di fine novembre, è protagonista il silenzio, che sembra snodarsi come un nastro a cui il visitatore si lega e ne è attirato tra le erte viuzze e i vicoli in salita, in un’atmosfera rarefatta in cui solo i nostri passi smorzati risuonano sul selciato. Ed è così che possono assaporarsi lentamente gli scorci di vita rivelati da balconi, o da soglie e finestre vissute… come davanti ai particolari di un quadro antico, reso più intimo e familiare dalle tinte brumose dell’autunno.
Ma i silenzi del borgo corrono anche, si susseguono, rimbalzano nel tracciato ascensionale di un tempo senza tempo, richiamo magico per un visitatore il cui pensiero, invece, galoppain attesa della bellezza che – è sicuro – troverà in alto, sulla cima.
E all’improvviso nel percorso, come una scoperta che va ben oltre la promessa, eccolo il grande spettacolo: una rupe che, dalla collina tufacea, si innalza maestosa davanti ai nostri occhi col suo pinnacolo di antiche dimore che vi si sono aggrappate nei secoli, vessilli di epoche in cui era importante librare lo sguardo sopra la valle per un’esigenza di controllo, supremazia, protezione, o semplicemente per avere solo il cielo sopra di sé… ben sapendo di doversi però legare alla roccia per radicarsi e sostenersi.
Continuiamo allora inerpicarci verso le mete di una sommità icca di arte e di storia, come l’antica Chiesa di Santo Stefano, o il Palazzo Ducale, che si stagliano accanto alle modeste abitazioni in cui si svolgeva la vita semplice e umile di contadini, braccianti e artigiani.
In questo clima è forte il richiamo ad accarezzare le stesse pietre su cui si sono posate le mani di tante generazioni, quasi a voler partecipare a quel senso di eternità che vi affiora, a quel passaggio di umanità che, però, resta lì, nell’aria del tempo, che nessun museo al mondo saprebbe o potrebbe ricostruire.
In tanta serena e intima bellezza il pensiero va ai nostri borghi, splendidi come quello di Limosano, che non devono cadere nell’oblìo, potendo realizzarsi, oggi più che mai nel nostro tempo, come attrattiva per un turismo attento e rispettoso. Un turismo sempre più coltivato nei tour degli operatori del settore, che vanno proprio alla ricerca di quello che offrono questi luoghi, di quello che sono e sono sempre stati: oasi di pace, di natura incontaminata, di arte e di cultura, ivi compresa quella eno-gastronomica. I nostri borghi sono forti di una storia e di un vissuto millenario che ha lasciato imponenti e suggestive tracce, che, se incanalate e valorizzate, ridarebbero voce ai luoghi in cui siamo nati, alle pietre antiche a cui ci siamo appoggiati, ai paesaggi che sono stati lo sfondo della nostra crescita, e diventare un’importante risorsa per i territori.
Ma l’oblìo che incombe sui nostri borghi si combatte solo con una progettualità attenta, organizzata e portata avanti con mirata consapevolezza.
Ed ecco che un’importante realizzazione in tal senso viene proprio dal progetto Romanic@mente, ideato dal Vice Presidente dall’Associazione San Giorgio martire O.n.l.u.s. di Petrella Tifernina, Virginio Marinelli, e portato avanti dalla sua Associazione. A Limosano il 30 novembre, nella Chiesa di san Francesco, si è svolta la quarta delle sette tappe programmatiche e descrittive.
Si tratta di un progetto, con importanti risvolti informatici, che si presenta come una rampa di lancio che faccia conoscere i luoghi e possa, pertanto, far decollare un programma turistico che intende unire i Comuni di Petrella Tifernina, Matrice, Campolieto, Limosano e Campobasso, in nome della comune “traccia” architettonica romanica delle loro importanti Chiese, uno strategico denominatore artistico comune.
Pertanto, alla ricerca del tracciato romanico, il visitatore potrà essere coinvolto e condotto per mano nell’arte e nella bellezza di questi luoghi, grazie ad un programma informatico realizzato in 3D dall’esperto programmatore Dante Occhibove, e potrà così avere un primo approccio conoscitivo, nella realtà virtuale, di tanti rilievi storici e artistici.
Il progetto, per la parte culturale, è seguito nel suo complesso dallo storico locale, prof. Francesco Bozza, profondo conoscitore della storia civile e religiosa, oltre che dell’arte del territorio.
In particolare il prof. Bozza, con grande passione e attenzione per i dettagli, cura un aspetto storico culturale molto importante: la ricerca sul culto religioso grecanico, praticato nelle antiche chiese del territorio e introdotto dai monaci basiliani che, a far data dal VI secolo, ripararono dall’Oriente in molte località meridionali per sfuggire alle invasioni arabe e alle lotte iconoclaste.
L’incontro in calendario si è svolto alla presenza della Prima Cittadina di Limosano, avv.ssa Angela Amoroso, che ha parlato di un ingente patrimonio artistico da salvaguardare, curare e tramandare alle nuove generazioni, esprimendo parole di ringraziamento per il progetto, e di Sindaci e Rappresentanti di Comuni e Istituzioni. L’evento si è poi concluso nel segno di un importante “riscontro gastronomico” ai temi storici della serata, con una degustazione di piatti tipici medioevali, proposti e curati dallo staff dell’avv. Francesco Miranda, cultore e ricercatore appassionato di peculiarità alimentari e sapori sulle tavole delle varie epoche.
Infine, per concludere, si vogliono ricordare le parole del Parroco di Limosano, padre Aloys, che, con gran commozione, sono risuonate all’inizio dell’incontro. Padre Aloys ha più volte ribadito l’importanza del valore artistico e culturale delle Chiese romaniche e della fede attraverso la bellezza dell’arte, e ha fatto un’importante precisazione quando ha affermato: “Se mi sono impegnato in questo progetto è semplicemente perché io ci credo!”
Ed ecco che ci arriva un’importante testimonianza da parte di un Sacerdote nato a migliaia di chilometri di distanza, per noi che siamo molisani e talvolta ci dimentichiamo della bellezza della nostra terra.
Nella maniera più semplice, immediata e dettata dal cuore, come ci insegna Padre Aloys, tutti dobbiamo crederci.
di Maria Carmela Mugnano (scritto nel dicembre 2019)