• 16 Giugno 2021

Una Strada per il Molise

Focus di interesse archeologico e culturale

di Maria Carmela Mugnano

16 giugno 2021

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A Matrice, centro molisano noto per la splendida Chiesa abbaziale di Santa Maria della Strada del XII secolo, è di nuovo una strada ad aver creato, sul finire degli anni ’70, un focus di interesse archeologico e culturale che, di fatto, l’ha resa nel territorio “un ponte di collegamento” internazionale.
È quanto è emerso il 25 gennaio scorso durante la presentazione della brochure “Dai Sanniti ai Normanni il nostro patrimonio storico-architettonico” da parte del Professor Dominic Rathbone, Docente di storia antica presso il King’s College London, davanti a un vasto pubblico di cittadini e di rappresentanti istituzionali richiamati a Matrice da un evento che non è eccessivo definire storico per tutto un territorio al centro di un’interessante progettualità. E, come succede spesso nella scoperta di siti archeologici, è stata una strada – in questo caso un raccordo comunale poco distante dalla Chiesa di Santa Maria della Strada – a diventare protagonista di un importante rinvenimento. Circa quarant’anni fa, durante i lavori per la sua costruzione, furono infatti scoperti i resti di una grande villa romana a carattere rurale sorta, all’epoca della romanizzazione del Sannio, su una precedente fattoria sannita del II secolo a.c.
Il professor Rathbone è particolarmente legato a Matrice e a questo sito archeologico da quando, giovane studente universitario, fece parte nel 1980 del primo gruppo di scavo, proveniente dalle Università di Aberdeen e di Sheffield, operativo per cinque anni presso la villa romana al seguito dell’archeologo John Lloyd.
Ma va rilevato come l’attenzione per il Molise da parte della prestigiosa scuola archeologica anglosassone, sempre in stretta collaborazione con l’autorevole British School at Rome, è precedente a questo rinvenimento occasionale, e grazie ad essa si sono realizzate delle scoperte straordinarie.
Si deve infatti al pionieristico  e sistematico  lavoro del Professor Graeme Barker dell’Università di Sheffield, e della  sua equipe, invitati negli anni ‘70 dalla Soprintendenza Archeologica del Molise,  l’esplorazione capillare  di vaste aree rurali nella Valle del Biferno, che ha portato  al  rinvenimento  di  molti reperti preistorici, risalenti al paleolitico e  al neolitico, fino ad arrivare all’età del bronzo, al loro studio nel contesto territoriale, e alla preziosa   mappatura di diverse centina di siti.
La nostra Regione, che vanta un fiore all’occhiello della paleontologia europea, l’antichissimo sito di Isernia la Pineta risalente a 700.000 anni fa, e i cui scavi furono curati dall’Università di Ferrara, deve molto ad archeologi e studiosi che, con la scoperta di testimonianze di ere primordiali o di epoche inesplorate, ci hanno offerto, talvolta venendo da lontano, gli elementi per poter costruire una nostra solida identità storica e antropologica. E, soprattutto, l’aspetto più affascinante che emerge dall’analisi dei reperti, è come questo studio riesca a dare una definizione dei caratteri economici, sociali, rituali, di vita quotidiana, dei popoli da cui discendiamo, aspetti che ci occorrono per conoscere o per ri-conoscerci nelle nostre radici remote stabilendo un legame con gli antichi abitanti dei nostri territori.
Ma da questo imponente lavoro ci arriva un ulteriore considerevole dono che va apprezzato e colto nell’immediato, perché ci proietta verso il futuro e ci stimola a una progettualità che deve nascere dalla consapevolezza della bellezza e importanza del nostro patrimonio archeologico, architettonico, artistico, paesaggistico, umano… Ed è questo un frutto vivo lasciato sul campo da cui potrebbero scaturire molte occasioni e possibilità per gli Enti locali e per le nuove generazioni.
Ed ecco che si giunge al fulcro della presentazione del professor Rathbone, tornato nel 2017 a completare gli scavi della villa romana insieme all’ archeologo Paul Roberts dell’Ashmolean Museum di Oxford, a Stephen Kay della British School at Rome, e a un team di valenti studiosi e ricercatori.
Difatti è stato presentato un progetto culturale che unisce il territorio di quattro Comuni e il cui propulsore è la bellezza e l’importanza di luoghi e monumenti che abbracciano   un vasto arco storico, dall’epoca dei Sanniti a quella dei Normanni, passando per quella dei Romani e dei Longobardi. Nell’ambito del progetto è stato creato, pertanto, un tracciato archeologico, architettonico e artistico che si snoda nei secoli e li fa rivivere attraverso i siti che hanno un grande potenziale circa la realizzazione di un turismo storico e culturale. Con investimenti mirati si potrebbero, infatti, creare risorse per    dotarsi di strutture museali, ricettive, di guida nel territorio, e di network che, attraverso tecnologie multimediali e di realtà virtuale, possano diffondere in rete questo patrimonio.
Il tracciato riguarda Matrice, con la sua villa romana e la Chiesa di Santa Maria della Strada; San Giovanni in Galdo con il tempio italico di ispirazione ellenistica del III secolo a.c.; Montagano con l’Abbazia di Faifoli del secolo XII; Petrella Tifernina con la Chiesa di San Giorgio, del XIII secolo.
Il progetto, che è stato elogiato anche dai Sindaci e dai Rappresentanti dei Comuni interessati, e introdotto dal Primo Cittadino di Matrice che ha fatto gli onori di casa, è autorevolmente supportato, oltre che dai Comuni, dalla Soprintendenza Archeologica del Molise, dal King’s College London e dalla British School at Rome (Accademia Britannica a Roma).
Questo supporto internazionale è stato sempre presente durante tutti gli anni in cui si sono realizzati gli scavi a Matrice e, se oggi viene ufficializzato in un progetto, non è altro che il risultato di una lunga amicizia sul campo, che si spera rappresenti un nuovo punto di partenza.
Perché questo lavoro è stato realizzato presso un popolo, come quello molisano, che ha sempre avuto a cuore le proprie radici e non poteva che accogliere con benevolenza e gratitudine, e in maniera familiare, chi è venuto a lavorare per tirarle fuori da un terreno, una valle, una strada… ed è questo probabilmente il valore più importante messo in campo dal progetto, il capitale umano.
In nome di questa familiarità e delle amicizie stabilite il Professor Rathbone e gli altri studiosi hanno percorso diverse volte questa “strada di collegamento” con Matrice, che può diventare, se ben realizzata nella sua progettualità, una strada per il Molise.

di Maria Carmela Mugnano (scritto nel gennaio 2020)

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