La mammāra
Tradizioni legate alla nascita del figlio a casa
di Arnaldo Brunale – fb
21 luglio 2021
Continuando, nella riscoperta di vecchi mestieri o professioni, mi piace ricordare la mammāra o, arcaicamente parlando, la vammāra, quando le nostre nonne erano solite partorire in casa. Il parto naturale avvenuto in casa era l’operazione più frequente a cui ci si affidava, cosicché non era raro che un lieto evento potesse complicarsi e tramutarsi in uno luttuoso, con la morte del nascituro o della madre. La superstizione voleva che, per allontanare questo pericolo, si tenessero accese delle candele votive in onore di Sant’Anna, protettrice delle partorienti.
Dopo la nascita il bambino veniva lavato in una piccola conca contenente acqua riscaldata al fuoco del camino in cui i genitori ed i parenti più stretti gettavano delle monete in segno augurale. Testimonianze orali hanno riferito che, in alcune case coloniche del circondario di Campobasso, vi fosse l’antica abitudine di fargli fare il primo bagnetto nel vino che, nella credenza popolare, serviva a rinvigorire il suo corpicino.
Dopo questo “rito”, al neonato si faceva indossare sulla pelle nuda una camiciola di cotone bianco con allacciatura dietro alle spalle (cacciamaniélle) e gli indumenti confezionati dalla madre. Prima di farlo attaccare al seno per la prima poppata, gli venivano tagliate le unghie avendo l’accortezza di fargli tenere nelle manine una piccola moneta d’oro come segno scaramantico. Alle femminucce si bucavano i lobi delle orecchie affinché potesse indossare i piccoli cerchietti d’oro dono della madrina o del padrino.
La suocera, nel frattempo, preparava il classico brodo di piccione o, in alternativa, di gallina, da far bere alla nuora. Per il suo intervento la levatrice veniva remunerata con somme di danaro proporzionate alle finanze della famiglia oppure con alcune derrate alimentari, solitamente pollo, uova, zucchero e caffé.
Appena dopo il parto, pare che alcune famiglie avessero l’abitudine, in segno scaramantico, di fare indossare al piccolo degli oggetti di corallo, di appuntare una forbice dietro l’uscio di casa e di mettere due coltelli incrociati sotto il suo materassino per tenerlo lontano da eventuali influssi negativi. Questa ritualità era mantenuta fino al giorno del battesimo.
di Arnaldo Brunale – fb