La cripta di Epifanio è un luogo unico al mondo
Una riflessione che spiega con poche parole perché la cripta di Epifanio è un luogo fisico che simboleggia l’universo.
di Maria Fioretti (da orticalab.it)
30 settembre 2021
Più o meno intorno al 550 dopo Cristo gli studiosi si dividevano in due categorie.
Da una parte coloro che erano convinti che il sole girasse attorno alla terra e che l’universo fosse infinito.
Dall’altra parte coloro che, pur essendo convinti che il sole girasse attorno alla terra,immaginavano che l’universo fosse quello che poteva essere desunto dalla descrizione della Bibbia.
A questa seconda categoria apparteneva Cosma Indicopleuste.
Cosma Indicopleuste, coetaneo di Giustiniano, era nato ad Alessandria d’Egitto verso la fine del V secolo.
Il suo desiderio di conoscere il mondo lo aveva portato a girare non solo per tutte le parti del bacino mediterraneo e del mondo conosciuto, fino all’India.
Il suo peregrinare ed i suoi contatti con tutte le scuole ellenistiche lo avevano convinto a concepire una forma dell’universo che non derivasse dalle considerazioni scientifiche della cultura greca, ma dalla lettura integrale dei testi biblici a cui Cosma si ispirava.
A conclusione delle sue considerazioni provò a fare un disegno che rappresentasse l’Universo.
Cosma non voleva fare una mappa del mondo in cui posizionare i luoghi più importanti della terra. Una simile visione avrebbe contraddetto l’impostazione biblica.
L’universo teologico presuppone che sotto la terra vi sia il vuoto e che il cielo sia l’immensa copertura che si appoggia ai limiti della terra che ha la forma rettangolare.
Immaginò che avesse una forma simile a quella della tenda del comando che Mosè poneva al centro del suo esercito. La terra rappresentava il presente e il cielo il futuro.
Sulla terra vi sono gli uomini che si muovono su una grande isola circondata dagli oceani, oltre i quali vi sono i pilastri del mondo ed il paradiso terrestre.
In alto i cieli rappresentano il futuro dell’uomo al disotto del quale si muovono gli angeli che spostano gli astri senza avere alcuna possibilità di salire dall’altra parte del cielo dove è la luce di Dio.
In quel trattato Cosma aveva sintetizzato l’immagine dell’universo come se fosse una scatola trasparente all’interno della quale si trovava la grande montagna su cui era posta Gerusalemme.
Il sole entrava ed usciva muovendosi in senso orizzontale determinando il buio della notte quando girava dietro la montagna di Gerusalemme.
Sulla parte bassa del cofanetto cosmico era posta una grande isola con il Tigri e l’Eufrate ed il resto del mondo interamente circondato dagli oceani. Dall’altra parte del mare si estendeva la terra irraggiungibile ed il paradiso terrestre sui quali si appoggiava la tenda cosmica trapunta di stelle. .
Del codice originale disegnato nello scriptorium del Sinai non rimane traccia, ma due copie di esse prima del Mille arrivano in Italia e si conservano una a Firenze e l’altra a Roma.
Esistono ragionevoli motivi per ritenere cha altre copie del trattato di Cosma Indicopleuste circolassero in Europa e che una di esse sia giunta nel monastero di S. Vincenzo al Volturno e sia stata utilizzata dall’Abate Epifanio e per esso dagli architetti e dai pittori che realizzarono la Chiesa di S. Maria in Insula nella quale furono fatte le pitture.
Si deduce dallo studio dello spazio interno della cripta di Epifanio che sembra essere l’esatta trasposizione della concezione dell’universo di Cosma Indicopleuste con le tenebre in basso, il paradiso terrestre rappresentato dalla terra con i papaveri, il manto celeste e la luce di Dio che penetra all’interno attraverso le stelle.
In altri termini entrare nella Cripta di Epifanio equivale ad entrare nella ricostruzione scenografica dell’Universo biblico.
Non esiste al mondo altro luogo simile.
di Franco Valente – fb