Turismo lento e consapevole in Molise
Documento approvato a termine della giornata diocesana del turismo che ha visto Petrella Tifernina protagonista
di Mario Ialenti (Direttore Regionale Pastorale del Turismo)
21 ottobre 2021
L’impatto della Pandemia da COVID 19 sull’intero sistema organizzativo mondiale è stato devastante ma per alcuni aspetti ha imposto all’umanità di rivedere i propri stili di vita. La pandemia ha acuito le difficoltà e le problematiche in cui ricadono alcune aree più marginalizzate del Paese, nelle quali le differenze territoriali sono diventate sempre più anche disuguaglianze sociali.
I Vescovi, ancora una volta, hanno elevato la loro voce per evidenziare lo stato di sofferenza e le attese del popolo a causa del progressivo spopolamento di molti centri e della sottrazione di servizi fondamentali. Nel documento redatto a Benevento nei giorni 30 e 31 agosto 2021 hanno posto in evidenza, con stile sinodale, il senso di frustrazione delle popolazioni e l’abbandono da parte delle istituzioni. I problemi maggiormente evidenziati sono diritti progressivamente negati, quali la salute, l’istruzione, il lavoro, la viabilità, l’ambiente salubre, le interconnessioni.
Le comunità cristiane, spesso unico presidio e riferimento dei territori marginalizzati, sentono l’urgenza di contribuire al riscatto umano e sociale delle popolazioni di queste aree, declinando il Vangelo in modi sempre adeguati alla concretezza della realtà. Raccogliamo tutti l’invito del Papa “a non lasciarci paralizzare dalle difficoltà”, ma di renderci protagonisti di una nuova stagione di sviluppo che può realizzarsi solo con l’impegno comune, con fraternità e solidarietà. Non possiamo e non dobbiamo, anche per una questione morale, consentire lo sperpero di risorse pubbliche e di finanziamenti di progetti che non servono alle comunità. Il Molise è una vasta area interna che ha bisogno di servizi essenziali in ogni piccola comunità partendo dalla Sanità, di strade di collegamento idonee e sicure, di interventi tesi a valorizzare il vasto patrimonio regionale e al mantenimento della scuola.
È necessario quindi che le risorse finanziarie contribuiscano alla realizzazione di opere fondamentali, facendo in modo che partano dalle zone più remote e raggiungano il centro;
- che la diligenza dei fondi europei in arrivo non venga assaltata scompostamente, ma possa arrivare a destinazione con una distribuzione equa e trasparente, secondo una visione strategica, una progettualità dal basso e non calata dall’alto;
- che la cultura delle competenze prevalga sulla prassi del ricatto elettorale e del clientelismo;
- che la tutela dell’ambiente, spesso lasciato a se stesso nelle aree meno antropizzate, contribuisca a ridurre i rischi di calamità naturali e a produrre uno sviluppo sostenibile, assicurando servizi ecosistemici all’intera società.
C’è la necessità di agire con politiche differenziate, nella consapevolezza che “non c’è nulla che sia più ingiusto quanto fare parti eguali tra diseguali” (don Lorenzo Milani). Ancora una volta riprendiamo le parole di Papa Francesco “La carità, animata dalla speranza, sa guardare con tenerezza l’oggi e, con umiltà, rendere nuove tutte le cose”. Dobbiamo pensare e lavorare insieme ad uno sviluppo armonico del territorio. Non deve essere un sogno ma una realtà la produzione di prodotti biologici, la realizzazione delle comunità energetiche, la valorizzazione delle tipicità con il riconoscimento delle IGP e delle DOP, una politica sanitaria territoriale di qualità, nuove coltivazioni che rendano ancor più bello il Molise quali la sulla per il miele e la lavanda per i profumi, la messa a sistema della fruizione del tratturo e dei cammini. Possiamo farlo adottando l’approccio “ONE HEALTH” proposto dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità che chiede di mettere in campo “gli sforzi collaborativi di più discipline che lavorano a livello locale, nazionale e globale, per raggiungere una salute ottimale per le persone, gli animali e il nostro ambiente”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un messaggio chiaro che, in qualche modo, era stato già consegnato da San Francesco all’Umanità quando stabiliva con gli uomini, con gli animali e con l’ambiente la stessa relazione di empatia e di semplicità. Il sono la massima espressione del turismo esperienziale, accessibile e inclusivo. Il turismo, soprattutto in queste realtà, non deve essere invasivo, distruttivo ma deve tutelare e valorizzare un territorio ricco di peculiarità. Il Turismo deve garantire, guardando le nostre aree interne, la crescita inclusiva, andando all’incontro con le persone che sono i nuovi amici delle comunità visitate e non clienti.
La Pandemia ci ha fatto capire che siamo legati gli uni agli altri e che stato un errore concentrarsi troppo nei grandi poli urbani. E’ quindi necessario sviluppare politiche di riequilibrio e strategie turistiche che evitino tentazioni di arricchimento per poche persone, ma politiche che consentano l’incontro tra le persone e con i diversi territori, dove l’ammirazione della bellezza possa aprire stili di vita rispettosi degli altri e del territorio. Condividiamo e facciamo nostro quanto esposto nel documento Molise Domani proposto da alcune Associazioni sul tema del turismo: “Prima che sia troppo tardi, prima che l’insipienza e gli interessi particolari compromettano il nostro patrimonio, dobbiamo cogliere le straordinarie opportunità che ci vengono da un ambiente e da un paesaggio ancora integro, dalla nostra storia e cultura antica. La rinascita economica e sociale del Molise può avere un grande contributo proprio dalla bellezza e dalla ricchezza dei nostri patrimoni naturali e culturali, dalla qualità e dalla tradizione dei nostri prodotti, dai nostri paesi antichi e dal calore della nostra gente. Tutte virtù che, se ben coltivate, possono dare una grande spinta al turismo di qualità. Il nostro territorio ha una grande ricchezza di beni culturali e artistici, una presenza importante di manufatti che ricordano la nostra storia e le nostre tradizioni, un artigianato prezioso e prodotti tipici eccellenti. In sostanza un grande patrimonio territoriale, spesso sconosciuto e abbandonato, che può rappresentare un valore aggiunto del turismo e, più in generale, del nostro sistema economico”, sempre partendo, però, dalla promozione della qualità della vita degli abitanti.
È necessario e indispensabile quindi che la Regione Molise
- riveda con urgenza il piano regionale strategico del turismo dove manca totalmente il turismo accessibile e inclusivo;
- valorizzi il turismo sportivo, le aree protette regionali e nazionali con primaria evidenza per i siti Unesco;
- adotti una normativa regionale, come già fatto dalla regione Abruzzo, per il riconoscimento dei Cammini;
- dia pratica attuazione all’intesa stipulata a livello nazionale e regionale tra le Istituzioni civili e religiose inspiegabilmente non attuata, con evidenti gravi danni per la comunità regionale;
- adotti provvedimenti per consentire alle Organizzazioni della società civile interessate a partecipare ai processi di innovazione sociale sui temi del turismo ambientale e culturale;
- coinvolga gli attori del territorio nella programmazione delle enormi risorse che avrà a disposizione perché siano utili alle Comunità e non a pochi, ascoltando sindaci, associazioni, organizzazioni di categoria, entro una logica di visione strategica e non di semplice sommatoria di singoli progetti.
- preveda sostegni economici e detassazione per tutti coloro che hanno attività artigianali, commerciali, culturali nei comuni più piccoli della regione, che sono le “sentinelle “del territorio che rischia di essere desertificato se si continua con provvedimenti clientelari e non di interesse per le comunità. Il Turismo nella programmazione 2021 -2027 è inserito anche nell’ambito dell’inclusione e della cultura perché deve comprendere aree urbane, interne e costiere, giovani e donne, un turismo declinato sull’accessibilità universale senza barriere.
Noi sogniamo non un turismo accessibile ma un Molise accessibile, Un salto di qualità di notevole dimensione che ci proietterebbe concretamente in Europa, perché questa è la strada che noi vogliamo intraprendere e mettere a disposizione delle nostre Comunità.
di Mario Ialenti (Direttore Regionale Pastorale del Turismo)