“La Trénéta”
Notizie storiche sulla Cattedrale di Campobasso
di Arnaldo Brunale – fb
22 ottobre 2021
Qualche giorno fa ho postato una foto “polemica” sulla nostra Chiesa Madre chiusa al culto da tempo immemore: la Cattedrale ovvero la Trénéta, per dirla alla campuasciana manéra.
Al riguardo, mi piace riportare alcune notizie storiche di questa chiesa, anche se molti già le conosceranno.
“Questa Cattedrale, con frontale neoclassico e porticato antistante di ordine dorico, fu ricostruita nel 1829, su progetto dell’architetto Berardino Musenga, sulle macerie dell’antico manufatto in stile romanico, eretto nel 1504 per volontà del signore di Campobasso Andrea de Capoa, andato distrutto completamente con il terremoto del 26 luglio del 1805, detto di S. Anna. Nel 1860 fu chiusa al culto e trasformata in caserma. Nel 1900 fu riconsacrata al culto. Successivamente fu trasformata, da antica Congrega, a Cattedrale per merito di mons. Alberto Romita. Nel 1935 lo stesso vescovo autorizzò la sopraelevazione del vecchio manufatto, dalla struttura bassa e sproporzionata, della cupola e delle pareti laterali facendole munire di ampi finestroni per la luce che la Ditta Natale De Grandis di Palata provvide ad arricchire con quattordici composizioni vitree a soggetto sacro sull’esempio delle quattro già esistenti. Fu costruita ex novo anche l’abside dove fu collocato un coro in noce con al centro il trono. Il soffitto a cassettoni fu opera del maestro Bartolomeo Terzano. Sotto la cupola fu posizionato, all’altezza del presbiterio, un altare basilicale a baldacchino sorretto da quattro colonne di marmo rosso. I pilastri in mattoni furono arrotondati e trasformati in colonne. Il maestro Romeo Musa ha affrescato la cupola, mentre il maestro Amedeo Trivisonno ha arricchito l’interno della chiesa con quattro grandi composizioni sacre. La sua facciata, con pronao esastilo, è contornata da quattro colonne e da due pilastri con capitello di stile ionico, concludendosi nella parte superiore con un frontone rettangolare. La struttura interna si compone di una navata centrale e di due laterali in stile ionico, separate da quella centrale da due ordini di colonne. A sinistra di chi entra si trova la Cappella della Madonna di Pompei, mentre a destra vi è la Cappella del SS. Sacramento”.
Sempre sulla sinistra di chi entra vi è una lapide, risalente al 1920 e scritta dal prof. Frangipane che ricorda il motivo per cui San Giorgio sia divenuto il nostro santo protettore. Ma su quanto scritto sulla lapide, e su quanto sostenuto dal Rettore dell’epoca della Cattedrale, l’arciprete don Nicola Tarantino, nel suo opuscolo “Il gran martire S. Giorgio e la città di Campobasso”, c’è il netto rifiuto da parte dell’Arciprete don Angelo Tirabasso di Oratino, che, nel suo libello “Campobasso sacra” del 1929, dissente totalmente dalle loro versioni-leggenda, affermando che San Giorgio, protettore di Campobasso, abbia una logica origine storica collegata agli Slavi. Ma qui ci sarebbe da aprire un vero e proprio “convegno mediatico”, cosa impossibile e, probabilmente, noiosa, anche se interessantissimo.
di Arnaldo Brunale – fb