Turismo in Molise. Oltre la vetrina
Il 2021, complice la pandemia, è stato una sorta di vetrina per il turismo in Molise, tanto che la nostra regione è risultata una delle mete più ambite
di Anna Maria Di Pietro (da ilbenecomune.it)
14 dicembre 2021
Il 2021, complice la pandemia, è stato una sorta di vetrina per il turismo in Molise, tanto che la nostra regione è risultata una delle mete più ambite. Al di là dei facili entusiasmi, bisogna chiedersi quali strategie bisogna mettere a punto e, soprattutto, chi sono gli attori deputati a tale scopo. Di seguito gli interventi di due operatori turistici molisani.
Il 2020 viene considerato dai tecnici del turismo come l’anno 0. L’Istat e la Banca d’Italia confermano tale tendenza estremamente negativa con la pubblicazione del primo parziale del movimento turistico del 2020 pubblicato in data 14 settembre di quest’anno. Tale documento riporta un crollo della spesa turistica per oltre 63 Mld di euro rispetto al 2019. Tale destino nefasto per l’intero comparto è stato ulteriormente colpito con le misure di contenimento del covid19 che ha prodotto una forte componente psicologica negativa nel turista. Il timore e la paura a viaggiare hanno portato con sé l’inevitabile crollo dei pernottamenti. L’Istat nel suo report registra un calo del -54,6 % di presenze di stranieri e – 32,2% di residenti in Italia rispetto al 2019. Ora in questa situazione ostile, il 2021 è stato per il mercato turistico l’anno di una lenta, ma lentissima ripresa, sebbene il timore a viaggiare specie nelle lunghe distanze sia ancora forte e presente nella scelta del turista. Inoltre, una confusione delle normative burocratiche da Paese a Paese ha contribuito a rendere difficile, a volte troppo complessa, la libertà di viaggiare. In questo senso, nel 2021 ancora molte persone hanno preferito trascorrere le loro vacanze all’interno dei propri confini nazionali. Questo fenomeno ha dato supporto a un turismo di prossimità o in gergo tecnico effetto cocooning, ovvero «vicinanza al nido», che ha visto la preferenza di vacanze nelle seconde case, in posti raggiungibili con la propria auto, a poca distanza dalla propria residenza abituale. Ebbene, tra le motivazioni che hanno reso possibile questa scelta, oltre l’insito senso di “maggior sicurezza”, compare anche la capacità delle località turistiche di comunicare efficacemente le loro proposte. Attraverso uno storytelling sapientemente costruito hanno mostrato – e a volte fatto conoscere per la prima volta – le bellezze che possono offrire.
In questo clima di racconto delle bellezze italiane, si registra il picco di visibilità della regione Molise. Una regione che nel ciclo di vita di una destinazione turistica è ancora agli esordi e che in questi due anni ha ottenuto un prestigio mediatico con la pubblicazione e la promozione in riviste blasonate grazie a un’azione in parte programmata dalla Regione, in parte grazie all’esodo di un turismo all’aperto e di prossimità che ha portato a scoprire le bellezze di questo territorio. Tuttavia, la domanda da porsi è, quanto c’è di sostanza, e quanto durerà?
Ogni anno, a compimento della stagione turistica gli operatori del turismo si dedicano a valutare le proprie prestazioni. Il turismo essendo un settore economico è costituito da un insieme di numeri e di micro-dati di vario genere e di varia natura. Quest’ultimi se completi e aggiornati periodicamente costituiscono il supporto di fondo per iniziare una strategia di marketing, per prevedere un ritorno economico, per orientare la bussola di un sussidio e/o incentivo pubblico. In assenza di esso, ogni discorso sul turismo è privo di fondamento oggettivo.
Nell’ultimo periodo si è sentito spesso dire, dai media locali e dalle autorità regionali in piena stagione turistica in corso, di un Molise “sul tutto esaurito” e dell’arrivo potenziale di quasi un 1.000.000 di turisti per l’anno 2021. Questo dato ha fatto sorridere in tanti. L’imbarazzo di una cifra gettata a caso deriva forse dall’entusiasmo del momento, ma meno da un’analisi accurata del territorio turistico. Basti osservare che una stima del genere vorrebbe dire un +740% rispetto agli arrivi del 2019 in Molise che ammontavano a circa 136.757 turisti (stranieri e Italiani nel pre-pandemia, ISTAT). Un dato incomprensibile e fantasioso. Allo stesso modo un’altra errata valutazione comunicativa del dato turistico è il messaggio del tutto esaurito nel basso Molise, in particolare a Termoli. Se consideriamo il report di Istat sulla capacità di un territorio di assorbire il peso turistico, notiamo che la città di Termoli, con le sue 18 strutture ricettive alberghiere per un numero complessivo di soli 1193 posti letto, è un territorio penalizzato da una scarsa capacità di assorbire il peso di un flusso turistico se confrontato con un’altra città dalle condizioni simili. Ma al contrario, il tutto esaurito è fatto passare dai media e dalle autorità locali come un successo di marketing turistico. Possiamo dire ugualmente se un ristorante in una città di 5.000 abitanti ha soli 20 coperti è lecito aspettarsi che il sabato sarà difficile trovare posto. I dati sono la dimostrazione tangibile di un andamento veritiero di un percorso turistico. Il Molise ha le potenzialità per fare molto bene e, con le sue risorse naturali incontaminate, può collocarsi bene nel mercato nazionale sul turismo attivo e rurale. Concludo: le lacune gestionali si possono colmare anche in fretta se vi sarà una reale impegno politico che metta al primo posto le priorità rispetto all’entusiasmo da copertina e se gli operatori del territorio insieme con le comunità definiranno azioni di politiche condivise. Nel turismo l’unione fa la forza.
MICHELE ORIENTE
Founder UPTOURISM www.uptourism.it
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TURISMO E DIGITALE
Su Google Trends si può notare l’incremento in termini di ricerca per il Molise che hanno avuto Roccamandolfi, con il suo ponte tibetano, e Carpinone con le sue cascate. Due luoghi che non figuravano in nessuna guida turistica o depliant istituzionale del Molise. Eppure sono state scelte dai visitatori come mete imperdibili, figurando ai primi posti delle ricerche sul più noto motore di ricerca. Analizzando poi un certo numero di foto riferite alle cascate di Carpinone, ci si può collegare ai neuroni specchio. Quello che i tanti visitatori hanno fatto in questi ultimi due anni è stato acquistare un’immagine. Chi osservava le foto di coppie sotto quelle cascate ha cominciato a imitare quell’atteggiamento o quelle pose fino a coinvolgere migliaia di persone. I neuroni a specchio hanno fatto molto di più di qualsiasi campagna turistica istituzionale. È un dato di fatto. Il marketing del passaparola o buzz marketing può fare miracoli. Succede che sono i turisti a fare marketing e pubblicità gratuitamente attraverso i social. Il caso delle vacanze a San Giovanni in Galdo dello scorso anno è stato emblematico non solo perché il comune si è promosso come destinazione sostituendosi a qualsiasi agenzia, ma anche perché ha aumentato la sua reputazione proprio attraverso i turisti. Invece di rivolgersi alle aziende, i turisti hanno cominciato da tempo a comunicare tra di loro sui social (C2C) consumer to consumer. Dopo i due anni di pandemia, molta attesa c’è oggi per il PNRR che per quanto attiene il turismo 4.0, attraverso l’Hub digitale intende supportare le scelte del turista nella pianificazione della destinazione e del viaggio. L’obiettivo prioritario è quello di aggregare e valorizzare l’offerta turistica attraverso strumenti di data analytics e intelligenza artificiale. Al centro delle finalità, il rafforzamento della competitività delle imprese turistiche, attraverso un sostegno agli investimenti per la riqualificazione ecosostenibile e il miglioramento degli standard dei servizi di ospitalità. Nel 2021 è necessario per il Molise stare sul mercato online e offline con un prodotto valido ed esperienziale, possibilmente unico.
DALLA COSTA ALLE AREE INTERNE
Negli anni passati prevaleva un forte squilibrio tra la costa molisana con le sue località marittime e la parte interna del Molise. E invece negli ultimi due anni qualcosa è cambiato con la natura incontaminata e i borghi dell’entroterra molisano restituiti in qualche modo al turista, con un forte rilancio del settore extralberghiero a cominciare da B&B e case vacanze, nonostante alcuni limiti infrastrutturali. Di fatti alla presenza in Molise di potenzialità turistiche come ad esempio la zona di Castel San Vincenzo, Alta Valle del Volturno, non sempre però corrisponde un adeguato prodotto in grado di soddisfare esigenze di agenzie e tour operator. Di fronte a un potenziale dato da un importante sito archeologico, con i resti di una delle più imponenti abbazie medievali europee, impreziosita dagli affreschi della cripta di Epifanio, non corrisponde un’attenta valorizzazione turistica, essendo la stessa cripta limitata a un massimo di 15 ingressi giornalieri come si legge sul sito di riferimento. Un limite enorme per gruppi organizzati provenienti da altre regioni italiane, che spesso sono costretti a rinunciare a una meta straordinaria. Le potenzialità offerte dall’evoluzione della domanda turistica per essere sfruttate hanno bisogno di un processo di riorganizzazione dell’offerta, che per essere realizzato necessita a sua volta di comunità locali vitali e coinvolte. Gli attori sociali del territorio (amministratori, operatori turistici, operatori culturali e altri) infatti sono gli unici in grado di condurre il processo di costruzione del prodotto turistico attraverso l’individuazione, la valorizzazione e la promozione di una serie di componenti valide ad alimentare e a supportare la catena del valore turistico. I percorsi partecipativi risultano assolutamente cruciali nella messa a punto di strategie e di metodologie per la rivitalizzazione (anche turistica) di questi luoghi e diventano quindi condizione necessaria per il successo delle politiche di sviluppo. Un esempio su tutti il Parco delle Morge nell’area Trigno/Biferno che vede coinvolte ben 11 comunità, oppure la Riserva Mab Unesco.
ROBERTO COLELLA
Founder Parco delle Morge e Borghi della Lettura
di Anna Maria Di Pietro (da ilbenecomune.it)